DONNE CON LE GONNE

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Gonne calde, gonne che svolazzano, gonne che portano nelle tasche delle caramelle.
Ma non è forse il simbolo migliore della donna una bellissima gonna?
Una donna che non può restare intrappolata in un pantalone!!!
“Donne. Donne che pregano, donne che chiamano, donne che si danno la mano e che si imitano l’una con l’altra. Donne che fanno vibrare le loro corde al vento. Corde antichissime, corde che risuonano come campane se pensiamo a quanta forza hanno in sé. Hanno forze potenti e sapienti che hanno paura di vedere e di far percepire. Perché la forza è qualcosa di fortissimamente coinvolgente.
Donne che amano a dismisura poiché non sanno quanta possibilità c’è in loro di fare un piccolo spazio per se stesse. Donne che ricamano sogni, che li fanno vibrare fino alla follia, che poi cadono giù dalle nuvole senza sapere perché hanno sentito un tonfo così grande e grosso.
Donne che richiamano il verso di una radice profondissima,  che sperano che e loro madri possano aiutarle da tanto acuta è la loro disperazione, da tanto acuto è il loro dolore, da tanto acuto è stato il loro urlo.
Ognuna ha storie e connessioni remote, così remote che la storia e i libri non potrebbero nemmeno contenerle tutte, storie così intricate e pregne che nemmeno il dipanarle sarebbe possibile. Storie dolore e animo che fluiscono nel linguaggio simbolico della mensilità, un mensile che travolge dalla sua potenza. Un mensile che non dà alcuna tregua. E questo potere lo desiderano, perché è giunto il momento in cui anche loro sentono un richiamo potente, il richiamo di quello che sono venute a fare sulla terra, un richiamo che non è possibile non ascoltare. Il richiamo della lotta, quella lotta che fa liberare le loro energie sopite, la lotta che fa si che possano amare ciò che fanno, la lotta eterna tra il loro voler bene e il loro progredire e far progredire. “

I want to break free

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Quando passeggio qua e là tra le stradine e tra i campi che circondano la mia abitazione, amo osservare compiaciuta come la natura abbia la meglio su tutta quella nube di ordine e razionalità che ci avvolge.
Me ne accorgo quando osservo un filo d’erba che spunta coraggiosamente da una lastra di asfalto, quando scorgo un ramo di fico che cresce spavaldo proprio nel bel mezzo di due grappoli di zucche, una rosa canina che trova la sua collocazione tra una rosa da coltivazione e un cespuglio di fiori settembrini, il muschio rugginoso che si sviluppa su tutto ciò che è abbandonato.
E’ libera la natura, libera di essere sé stessa senza condizioni, convenzioni o compromessi. E’ soprattutto creativa. Non trovo nulla che sia così creativo come un giardino che cresce naturalmente, con semi portati dal vento da chissà dove e ciò che ne risulta è armonia allo stato puro, miscuglio tra specie diverse che irrompono con forza e determinazione dal terreno.
Ho come l’impressione che ciò stia accadendo in vari ambiti, come quello dell’artigianato, che sembrava ormai cancellato dalla faccia della terra in nome dell’omologazione suprema. A piccoli passi giovani indipendenti, mamme o casalinghe, orde di creativi stanno dando vita timidamente con le loro mani e all’interno delle loro abitazioni a magnifici manufatti.
Ecco un esempio concreto di quello che intendo, poiché si tratta anche della mia storia personale:  una blusa fatta nel mio laboratorio casalingo da poco approntato. Si chiama Amarella, come il colore giallo in spagnolo. E’ fatta di una morbidissima mussola di cotone, usta solitamente per avvolgere i neonati, rifinita con una passamaneria trovata sul banco di un mercatino vintage. Ma soprattutto dentro questa blusa ci sono tante cose, speranza, entusiasmo, passione per il cucito, amore per le stoffe, tante prove con i familiari e amici che amorevolmente mi incoraggiano e che ringrazio tanto.

CARTA DA ZUCCHERO

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Carta da Zucchero è uno tra i colori che preferisco, forse perché mi ricorda il cielo ed il mare d’autunno, che si incontrano un giorno e da quel momento si perdono l’uno nell’altro. E non li distingui più perché l’uno assume le caratteristiche dell’altro.
E’ anche il colore proprio di quella carta in cui venivano avvolti lo zucchero, i formaggi. Ricordo quell’alimentari piccolissimo, lungo e stretto, in montagna dove vivevo quando ero piccolina. Ricordo la signora dell’alimentari che ti accoglieva con un sorriso benevolo, ti conosceva, sapeva come ti chiamavi e quanti anni avevi, se andavi a scuola e che classe facevi, di chi eri figlia, nipote e pronipote! Aveva tanti barattoli, di cui ricordo in particolare modo quello delle mentine, che mia nonna avvolgeva in una salviettina e infilava nella tasca del suo grembiule. Ogni tanto, quando sapeva lei, mi chiedeva se ne volevo una.
Ecco cosa mi viene in mente quando vedo il color carta da zucchero. Forse è per questo che mi piace tanto, è ricco di profumi, sapori, persone, luoghi di un altro tempo.
Ed è proprio il primo colore che ho scelto per questa gonna pantalone. E’ fatta di un lino dalla tramatura fitta (adatto alla mezza stagione a cui andiamo incontro) e allo stesso tempo molto morbido,  da indossare adesso che il caldo non ci ha ancora lasciato, ma da indossare anche in giornate fresche con un paio di calze e un maglioncino a maniche lunghe o un cardigan.
E’ raccolta in vita da un elastico e ha delle tasche invisibili.
E’ molto comoda e versatile.
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La gonna pantalone ‘Carta da zucchero’ è disponibile in varie misure S, M, L.
Contattatemi via mail per averla su misura pannidizenzero@gmail.com
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Gonna da passeggio

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Chissà quanti amino come me passeggiare e raccogliere piccoli pezzi di mondo, da portare con sé nella propria dimora, quasi voler far continuare sempre quella sensazione di perdersi nel bel mezzo della natura, quasi quel pezzettino di legno o quella conchiglia, quel sassolino o quella pigna, stiano a testimoniare quel momento in cui siamo stati tutt’uno  con un fiume, con la sabbia del mare, con la terra dei campi o con la vastità delle montagne.
Con i miei figli lo posso fare, possiedo una specie di tacita giustifica, secondo la quale posso raccogliere ghiande e non essere considerata pazza; poi però mi sono scoperta mentre lo facevo anche in loro assenza!
Non riesco a resistere quando vedo sassi, così stondati, sono uno diverso dall’altro, possono diventare sentieri per bambole o strade per le macchinine; vogliamo parlare delle conchiglie? Hanno quell’effetto perlescenza al loro interno che potrei osservarle per ore, appenderle davanti alla porta di casa e farle risuonare al vento, appoggiarle all’orecchio per sentire il mare; le foglie in autunno, cosa non si può fare con delle foglie colorate, corone, collane, addobbi per la casa, segnalibri; amo raccogliere i fiori e cercare di carpire i loro segreti, sembra che dietro ad ognuno ci siano mondi.
La gonna della foto sarà il mio capo preferito per queste passeggiate: ha delle ampie tasche che diventeranno scrigno per tutti questi piccoli pezzetti di mondo, ma anche per un romantico libro tascabile che porterò con me durante le gite. E’ fatta di lino, ed è adatta al finale d’estate o all’autunno, ma ne farò anche per l’inverno in panno di lana magari.
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Il paese delle fiabe

Ci siamo. Il mercatino è alle porte. Sono emozionata! E’ uno degli eventi dell’anno che aspetto quasi come il Natale! Adoro il teatro e in particolar modo il teatro di strada. Trovo della magia nei giocolieri, che con destrezza sanno controllare ognuno dei loro elementi con uno stupefacente equilibrio. Per non parlare dei teatranti che inscenano le loro dolci storie all’aperto, sanno incantare e parlare all’animo umano.

Dove? Tutto questo si terrà a Sarmede, il paese dell’illustrazione infantile, Domenica 16 ottobre 2016.  Partiremo con la nostra macchina carica di abiti mignon per bambini di varie età, dal bebè all’età di asilo e oltre.  Ecco alcuni capi che  potrete trovare o che potrete richiedermi via mail. Ci saranno pantaloni di velluto e cotone pesante, per tenere al caldo sgambettanti culotti pannolati. pantaloni-sarouel

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Ci saranno dei dolci sogni e piccole magie ricamate sui vestiti…                                                                            ricamo2

scamiciati

Scamiciati fatti con tessuti che profumano ancora di pecora, ( gli amanti di questa stoffa sanno di che cosa parlo) l’unico in grado di accogliere nelle sue trame il calore del nostro corpo e non lasciarlo scappar via.  Questi in particolare sono stati curati anche nel loro interno e possono essere girati, così i vestiti caldi nell’armadio delle vostre bimbe saranno due. double_face Sulla bancarella saranno disponibili piccoli abiti nelle taglie da 0 a tre anni, ma su richiesta mi piacerebbe cucire qualcosa anche per i bimbi grandi.

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Ecco un particolare che è un pò l’essenza dei miei abitini. Che ne dite?

 

Agosto di periferia

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All’opera nel mese di Agosto, al raccolto di tutto ciò che l’estate offre, per poter fare come le formichine e mettere via chicco dopo chicco, nella tana per l’inverno. Il periodo offre moltissimo: è il momento giusto per raccogliere i semi che possono essere piantati la prossima primavera e, per chi ha la fortuna di avere un pezzetto di terra o un pò di vasi sul balcone dell’appartamento, potrà scoprire quanta abbondanza. Non è facile seminare e vedere subito un risultato però. In questo, infatti, mio marito ed io non siamo ancora riusciti, dopo numerosi tentativi. Io però ho la testa dura e preferisco non mollare. Quindi quello che farò, sarà mettere dei piccoli semi in barattoli di vetro e ascoltare tutti coloro che hanno consigli in merito da darmi.

semi

Ogni anno, a fine raccolto, si hanno idee più chiare su come lavorare l’anno successivo, e in questo i maestri sanno di cosa sto parlando, poichè avviene così anche coi bambini e l’anno scolastico. Penso che il prossimo anno proverò a piantare della calendula, che mi piacerebbe mettere nel sapone. Ecco alcuni tra gli innumerevoli lavori che si possono fare in questo momento dell’anno anche con l’aiuto dei vostri bimbi.

Oleoliti: mio figlio è il mio prezioso aiutante nell’operazione di rovesciamento delle boccette. Lo fa volentieri ed è qualcosa di molto bello da osservare per lui (e a me piace guardare lui che lo fa!): fiori che nuotano nella trasparenza dorata dell’olio. Un lavoretto che va fatto 40 giorni di seguito. Ha voluto lui ‘assumersene la responsabilità’ con un ‘faccio io, mamma’ ed io l’ho lasciato fare! Ne abbiamo fatti con petali di rosa (ovviamente sempre chiedendo gentile concessione alle fate dell’orto, che con grande sapienza li hanno creati), fiori di lavanda e calendula. Non vedo l’ora di filtrarli!!

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Cartapesta: Bellissimo intrattenimento pomeridiano per i bimbi più grandicelli, che hanno semplicemente voglia di ‘pastrocciare’ qualcosa. Basta pochissima farina e tanta acqua per fare una colla, che volendo possono anche mangiare! Servono dei pezzettini di carta che andranno imbevuti di questa colla e attaccati con un pennello a ciò che volete rivestire. Abbiamo ricoperto dei barattoli di detersivo e trasformati in vasi da fiori. Devo ammettere che mi sono divertita molto anch’io!

tinte dolci

Tintoreria: E’ stato uno dei lavori più belli per me, tingere lino e gomitoli di lana o di cotone con bucce di cipolle, more rinsecchite, ortiche e bucce di avocado o frutta che era andata a male: adesso ho dei gomitoli color pesco, lilla, rosa antico e verde. I colori sono belli per la vista, colmano l’occhio e sono un piacere per l’animo, hanno la proprietà di possedere innumerevoli sfumature e cambiano sempre. Si adattano benissimo per vestiario di bambini piccoli e si abbinano anche bene fra loro.

Dipingere con colori fai da te : Con l’aiuto del libro ‘Facciamo i colori, di Helena Arendt’ ho applicato la stessa tecnica per realizzare colori home-made, fatti con succo di rapa, cavolo rosso. Una piccola quantità è sufficiente per fare tanti vasetti di colore. I miei figli mi hanno aiutato a tagliare la verdura e a dipingere. Si possono fare anche colori a dita mischiandoli a colla di farina e amido di mais. E se i figli ne mangiano non è assolutamente un problema. Mio figlio più piccolo assaggia sempre quello che facciamo, soprattutto se gli dico che non si può mangiare! Molto bello anche per insegnanti, esperienze che restano. E come tutte le esperienze naturali, sempre difficile tornare indietro, ovvero ritornare ad usare colori prodotti chimicamente.

marmellate

Marmellate: C’è qualche paragone tra una marmellata fatta in casa e una non fatta in casa? Quest’anno abbiamo cominciato con i fichi ed ho intenzione di adottare il metodo della zia Cinzia, una zia di mio marito che trovo molto saggia! Lei infatti mi ha rivelato che, essendo sola a fare questo tipo di lavoro (conserve e marmellate), lo fa un pò per volta in tutto il mese di Agosto e Settembre. Così ho cominciato con una cassettina di fichi ( ci sono soltanto fichi e limone nella  ricetta proposta da ‘marmellate e conserve al naturale’ )e il risultato è qualcosa che rasenta il divino. Non oso immaginare coi formaggi e soprattutto credo che non la mangeremo subito. Sarà bello custodirla per aprire il vasetto in uno di quei giorni bigi d’inverno, in cui ci vogliono sapori speciali per iniziare la giornata o da condividere con amici (o con amiche insieme a quel caffettino e una fettina di pane burro e ciaccole!!).

sapone

Sapone: Il maestro del sapone della casa è sempre mio marito, che si dedica a questo mestiere con sempre maggior maestria. Ha sperimentato una nuova composizione, ha aggiunto della farina (secondo un’antico miscuglio sardo) e ha un profumo magnifico. Il prossimo passo sarà trasformarne un pò in ‘sapone liquido’.

vestiti e giochi zoom

Vestiario per bebè: (la mia grande passione!!) Sto continuando a cucire. Sto pensando di esporre qualcosa a qualche mercatino e ci potrebbero essere nella lista i mercatini di Montegrotto e Sarmede per la festa dell’illustrazione.  Principalmente si tratta di vestitini in lino e probabilmente ci sarà anche della lana.

giacchina kimono atintura avocado   sarouel pesco sarouel giallo pantalone pesco   kimono lilla particular

Questi che vedete sono dei piccoli pezzi di abbigliamento infantile, si adattano a misure 6-9 mesi, max un anno e sono il risultato di tintura con cipolle dorate (color pesco), more (color lilla) e avocado (con cui ho tinto la lana).

Buon lavoro a tutti!

 

Borsa d’estate

imageChe ne dite?  Sono una borsa nata da poco da una curiosa combinazione di tessuti, che una donna di Calalzo di Cadore teneva ben celati  nel suo negozi etto.  Un piccolo paradiso della cucitrice moderna, un metro cubo di stanzetta che si direbbe in fase di trasloco dall’esterno (poiché nessun articolo tra le meravigliose lane che ci sono all’interno, viene esposto nella vetrina ) e di aver visto un tornado nel suo interno: un bancone con cassa nascosta da bottoni e fili, una serie di scaffali con stoffe che sembrano voler tentare il gran salto nel vuoto,  timide stoffe che si lasciano intravedere, scampoli tagliuzzati venduti a prezzi assurdi.  Insomma se vi piace il cucito fateci un salto, ne vale la pena. La negoziante, tra l’altro simpaticissima, ammette di avere seri problemi col riordino, ma credo si tratti di un elemento comune tra le creative!!!

Assieme a me altre mie compagne saranno al mercatino in un tessuto broccato rosso, in  tweed di lana blu o tessuti tirolesi. Sarò perfetta se mi portate con voi in vacanza, con qualche bel libretto  che mi fa compagnia, un telo mare o anche pannolini.

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Festa di San Tommaso

Ci stiamo preparando per una festa molto attesa qui a Pozzale di Cadore, si tratta della festa del patrono. E’ una festa nuova da queste parti, o recuperata dal passato e si terrà il giorno 3 di luglio. Bancarelle di artigiani, stand gastronomici e piccole grandi band musicali….insomma non mancherà proprio nulla! C’è molta partecipazione e numerose persone si stanno prodigando per far si che la festa abbia un buon esito.

Io parteciperò con tante belle cosine, tra cui dei portafogli porta cellulare, delle borse e del lino per bambini.

Ecco un’anticipazione, la tintura di un’elastico con la rapa, un portafoglio portacellulare azzurro e uno giallo…work in progress!!!

La tenda fragola

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Vi capita mai di aver voglia di colorare il mondo? Ogni tanto a me succede. Di solito comincio da qualcosa che ho in casa di scialbo, poco attraente o semplicemente vecchio. In questo momento ho la passione di stoffe e tessuti, così mi piace esplorare il mondo della colorazione naturale, dove tinte esotiche di sete e stoffe di lino color the’, menta, cannella, tabacco danno l’impressione di voler essere mangiati.

Dopo aver provato e riprovato cocciutamente e con insuccesso col cavolo rosso, cappuccio, cannella e curcuma (nemmeno una nota di colore e’ mai rimasta sul tessuto) ho rinunciato e mi sono buttata sulla ‘coloreria’ ( ho rinunciato solo per il momento, difficile per me abbandonare un’impresa…anzi tanto più si rivela difficoltosa tanto più mi attrae).

Quindi ho acquistato un color bordeaux, sperando di gestirlo al meglio e che ne risultassero sfumature tenui….ma non è andata così! Ho dovuto poi risciacquarlo tantissimo perché era troppo intenso.

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Ecco gli step:

  1. ho fatto bollire l’acqua e poi a ebollizione ho buttato 2 caraffe di acqua fredda (in modo da raggiungere gli 80 ‘C che consigliavano);
  2. ho versato il contenuto delle bustine, fissatore e colorante;
  3. ho messo una parte della tenda nella pentola e poi ho lasciato sobbollire per 15 minuti;
  4. ho messo la tenda parzialmente colorata in una bacinella con acqua calda affinché si tingesse completamente col residuo di colore e ne restassero una parte più scura e una più chiara;
  5. ho fatto uno stampino con del pongo, formando dapprima una pallina, poi schiacciandolo e facendoci sopra 6 taglietti a forma di asterisco
  6. ho stampato con il pongo su tutta la parte più chiara;

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E’ stato un lavoretto semplice e divertente e ora abbiamo una tenda più estiva. Deve essere bello provare l’indigo dyeing o tintura indaco con lo shibori, una tecnica giapponese di nodi e ripiegature. Buon lavoro a chi vuole provare!!!

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